Poi vado a Berlino.
Bella Berlino, mi è piaciuta tanto. I suoi muri, le sue strade, gli asili ai primi piani dei condomini, le case occupate, i mercatini…fa male accorgersi di vivere in provincia.
Cmq decido di approfittare di questi nove giorni per vedere anche qualche bel concerto ed ho culo.
Grazie a questo (potenzialmente) fantastico sito, scopro che il 27 gennaio i Notwist ri-suonano il loro quinto e più famoso album “Neon Golden”(2002) proprio a Berlino.
Devo essere sincero, i Notwist non mi hanno mai fatto impazzire, ed infatti ho ascoltato solo il loro album più famoso, appunto quello di cui sopra (ve l’ho detto, culo!). Poi quella sera, sempre a Berlino, suonano anche i Casio Kids e sono molto indeciso sul da farsi.
Cercando notizie su questi ultimi leggo la notizia che suoneranno anche il giorno dopo. La notizia si rivelerà falsa, ma questo frainteso mi permette di fare una scelta…quella giusta.
Il concerto si tiene alla sala dell’Huxleys Neue Welt, una specie di centro commerciale che, tra negozi di mercanzie cinesi a bassissimo prezzo e case da gioco, non diresti mai possa nascondere una sala concerti. Invece dopo un pò di attesa passata a mangiare un currywurst e bere una birretta nel chioschetto del parcheggio, si aprono le porte e possiamo entrare in un ambiente molto ampio, ma accogliente allo stesso tempo.
All’inizio c’è poca gente ed io, convinto che i concerti in Germania inizino sempre puntuali, un po’ mi deprimo a vedere tutto sto vuoto. Poi piano piano la sala comincia a riempirsi fino ad essere gremita.
Io e l’amica che mi ospita a Berlino riusciamo a trovarci un posto comodissimo sulla tribuna di fronte al palco, per di più di fianco alla spina delle birre, una delle belle sorprese della serata.
Qui parentesi birra, perchè quando una cosa merita merita.
Mi riferisco in particolare al prezzo delle birre nei locali, che non supera mai i 3 euri (birra media s’intende) e al metodo che hanno per non farti lasciare in giro i maledetti bicchieri di plastica che di solito coprono i pavimenti alla fine di ogni concerto…presente? Ecco, lì ti danno il bicchiere (bottiglia ed ogni altra sorta di contenitore) con una caparra che si può riavere indietro nel momento in cui riporti il vuoto al banco. Dite, hai scoperto l’acqua calda…ma l’avete mai visto fare in Italia?
Chiusa questa parentesi torniamo al concerto.
Ai Notwist fa da spalla un gruppo che dopo accurate ricerche scopro chiamarsi Louise Pop da Vienna. Band proprio carina, formata da due ragazze rispettivamente alla chitarra e ai synth & drum-machine, più il batterista che invece è maschietto.
Lo stile, le canzoni e l’atteggiamento mi ricorda subito le Elastica, quindi decido che mi piacciono. Poi però, dopo le prime tre o quattro canzoni ci si accorge che il trucchetto viene usato troppe volte e il concerto diventa un po’ ripetitivo e palloso.
Però chissà, carini sono carini, preparati e con le idee abbastanza chiare anche…magari leggeremo qualche altra recensione su di loro un giorno.
Quando entrano i Notwist sono più o meno alla quarta birra e non so se questo abbia influito in qualche modo sulle mie percezioni, ma non credo, perchè ricordo ancora tutto molto bene, e questo è un miracolo già di per sè (chi mi conosce sa il perchè).
Davvero non conoscevo nulla oltre all’LP in questione, per cui ho affrontato il concerto nel migliore dei modi, senza preoccuparmi di confronti, aspettative e paragoni…ero pronto a tutto.
Scopro che sono in 6, che il cantante suona anche la chitarra, che molti sono polistrumentisti, che il vibrafono è uno strumento base dei loro pezzi, che il batterista è una macchina, che quello che si occupa dei suoni elettronici ha macchine che non ho mai visto…scopro di essere emozionato. Quello che vedo è un concerto suonato da dio, interpretato magnificamente, intenso, dolce, violento…perfetto. In alcuni momenti l’emozione è tanta che mi sale qualche lacrima.
Ma come, quelle canzoni che su CD non mi hanno mai dato tanto, qui riescono a farmi questo?
Pensandoci forse ho capito il perchè…
Ho partecipato ad un momento importante per le persone che erano in quella sala, cioè per quelli che hanno ascoltato il CD nove anni fa quando erano ancora 20enni e per il gruppo, che con quel CD ha raggiunto probabilmente il momento più alto della propria carriera.
Si intuisce chiaramente che non è un concerto come gli altri, ma quando arriviamo al terzo bis l’intuizione diventa certezza. Ora non so se mi comprerò anche gli altri CD dei Notwist, ma questo concerto me lo ricorderò (spero) a lungo.