Sleigh Bells, gruppo al quale sono in certo qual modo affezionato.
Scoperti in una delle mie giornate passate navigando tra blogs, myspace e siti vari quando ancora non erano esplosi come gruppo di tendenza per teenagers.
Il blog, ci tengo a citarlo, è Better Than Sex, gestito da un ragazzo e una ragazza con degli ottimi gusti in fatto di nuovi gruppi (americani in questo caso) e nuove tendenze…se volete vedere cosa sarà di moda fra un po’ vi consiglio di darci un’occhiata.
Come ho detto si tratta di musica per teenagers, quindi nulla di artisticamente fondamentale, ma i loro pezzi hanno quel qualcosa di nuovo che li portano comunque su un altro livello. Mettici tutto l’immaginario che sapientemente (loro o i loro produttori) sono riusciti a costruirsi attorno ed ecco fatto il gruppo dell’anno, con centinaia di concerti in America e in giro per il mondo, più di 80000 fans su facebook e video cliccatissimi su youtube…(MTV non lo so perchè è da anni che non ho più la TV).
Non so dirvi se l’anno prossimo riusciranno a mantenere su di loro tutta questa attenzione, ma se vi va di sentire l’ennesimo mix tra punk, hip hop, metal e indie scaturito da quel calderone infinito che è New York, questo è il momento adatto.
Tornando al loro live, come al solito finisco in un localino troppo bello, di quelli con le loggette in alto, colore rosso soffuso, pavimento in legno…insomma, quel tipo di locale che in Italia ancora non ho visto. Sul palco, a proposito di bravura nel crearsi l’immagine, un muro di 8 casse Marshall che fanno sempre il loro porco effetto.
Apre il concerto tal Jason Forrest, un panzone con una felpa orrenda con tanto di farfalla in paillettes che attacca il suo macbook al mixer e spara dei pezzi che ancora non riesco a definire…tekno-freak? jungle-rock?…mah!
Lo spettacolo non è decisamente un granchè, ma il nostro uomo ci mette così tanto impegno sul palco che alla fine se non altro ispira simpatia, facendo divertire i teenagers di cui sopra che, un po’ prendendolo per il culo e un po’ sul serio, ballano e interagiscono con lui creando una bella atmosfera.
Ad un certo è buio, delle campane a morto risuonano nella sala mentre gli urli delle ragazzine sbronze sotto il palco si levano al cielo. Poi parte una chitarra speed-metal a volumi esorbitanti e tra il fumo e la luce rossa dei fari compaiono due sagome…eh, niente, un buon inizio vale metà concerto.
Sono in due, Derek E. Miller alla chitarra (ma che poi è quello che compone tutte le musiche del duo) e Alexis Krauss alla voce, ex-maestra elementare che ha voluto esperienze un po’ più stimolanti di una stabile carriera scolastica a quanto pare.
All’inizio i volumi delle basi e della chitarra sono talmente alti che la voce non si riesce nemmeno ad intuire e probabilmente se ne accorge anche il fonico, perchè quasi subito cerca di porvi rimedio, anche se l’immagine del gruppo prevede che la gente rimanga stordita e suggestionata dalla botta di suono.
Infatti a me non dispiace, perchè è quello che voglio da un gruppo come questo.
Il concerto fila via liscio, le canzoni sono belle e funzionano, e Alexis (oltre ad essere una gran bella ragazza) sul palco sa fare decisamente il suo porco lavoro. Il giudizio col quale esco dal Festsaal di Kreuzberg è quello di una persona soddisfatta, coi timpani che fischieranno fino al giorno dopo e con una carica che è sempre bello avere alla stazione di metropolitana di una capitale europea alle 2 di notte…e a giudicare dal gruppetto di 20enni sbronzissime che grida e corre su e giù per le scale della metropolitana direi che non sono l’unico.