Prima la quadruplice autoproduzione di fulminanti EP, poi l’album d’esordio ufficale ("Don’t Panic, Go Organic!") su Midfinger nel 2008, registrato a Londra e mixato da Andy Savours (assistente di Alan Moulder che ha messo le mani su lavori di Blonde Redhead, Yeah Yeah Yeahs, The Killers, The Horrors e tanti altri).
Dopo aver suonato in tutta Italia e aver riscosso consensi entusiasti finalmente i Drink to me sono cresciuti. Brazil (il nuovo album N.d.B.) mette sullo sfondo la matrice più rock del trio di Torino/Ivrea. Emergono con prepotenza gli strumenti elettronici e la scrittura si concentra sulla ripetizione krauta-minimalista e su una sezione ritmica più coinvolgente che non disdegna citazioni brasiliane o africane. Il tutto senza perdere di vista l’esigenza di scrivere canzoni e melodie memorabili, o meglio di conciliare follia, sperimentazione e pop.
Dopo aver suonato in tutta Italia e aver riscosso consensi entusiasti finalmente i Drink to me sono cresciuti. Brazil (il nuovo album N.d.B.) mette sullo sfondo la matrice più rock del trio di Torino/Ivrea. Emergono con prepotenza gli strumenti elettronici e la scrittura si concentra sulla ripetizione krauta-minimalista e su una sezione ritmica più coinvolgente che non disdegna citazioni brasiliane o africane. Il tutto senza perdere di vista l’esigenza di scrivere canzoni e melodie memorabili, o meglio di conciliare follia, sperimentazione e pop.
"Se il mondo girasse per il verso giusto, i Drink To Me sarebbero destinati a una certa notorietà all’estero e al dovuto spazio sugli NME del caso."
Rumore
Vediamo a Vicenza che riescono a fare