Deerhunter+Lower Dens / 07.04.2011 / Locomotiv (BO)

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Era da tempo che li tenevo d’occhio, che aspettavo si avvicinassero abbastanza per andarli a vedere dal vivo. Anche spendere i 130 euro del Primavera Sound a Barcellona non mi sembrava così assurdo nella prospettiva di vederli sul palco. Per … Continua a leggere

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La Voce dei Diabetici

Per chi non fosse di Vicenza, o per chi di Vicenza non abbia ancora sentito nulla riguardo alla nuova ordinanza comunale sugli orari di chiusura dei locali, rimandiamo a questa neo-nata testata giornalistica che tenta di mettere in evidenza i punti critici della stessa.

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La Voce dei Diabetici

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Polar For The Masses “Silence”

E’ la prima recensione che provo a fare di un disco. Ho deciso di farlo per l’ultimo lavoro dei Polar For The Masses, trio tutto vicentino prodotto dalla sempre vicentina Black Nutria Label. Si passa il tempo a lamentarsi di quanto questa città sia vecchia, ferma, immobile, ma mentre la maggior parte di noi spreca il suo tempo dileggiandosi tra un bar e l’altro ad elencarne i difetti, qualcuno nell’ombra si muove e lo fa pure bene.

Dopo “Let be me here” (2007) e “Blended” (2009) prodotti sempre da Black Nutria, i Polar For The Masses escono con “Silence”, otto tracce di puro indie rock senza se e senza ma registrate alla Red House di David Lenci (già presente nel loro lavoro precedente) e masterizzate all’Audioplanet di Copenhagen.

Non conoscevo bene questo gruppo, malgrado frequenti da anni il sottobosco dell’underground Veneto e malgrado conosca anche personalmente alcuni suoi componenti…devo essere sincero, sono sempre alla ricerca di sonorità nuove e per i nostri ho sempre avuto il preconcetto di trovarmi di fronte al “classico” gruppo indie italiano. Ma questa volta ho deciso di fermarmi ad ascoltarli come si deve.

E’ vero, il loro suono è quello indie-noise anni ’90, senza synth, senza effetti particolari, senza suoni ipercompressi, ma con la particolarità di essere creato con molto gusto e preparazione. Si sente che i P4TM hanno le idee chiare. Suoni pesanti, voci e cori che si incontrano a perfezione con le linee melodiche di un basso pieno e di chitarre acide e taglienti tipiche del noise americano, il tutto sostenuto da ritmiche potenti, semplici ed efficaci…insomma, un lavoro fatto bene e raramente scontato. L’unico appunto che mi sento di fare è che sarebbe bello che i gruppi italiani sapessero esprimere la stessa potenza cantando nella loro lingua, ma mi rendo conto dei limiti che l’italiano, purtroppo, ha…non tutti sono Pier Paolo Capovilla.

Se volete (e dovreste) ascoltare “Silence” questo è il link da seguire: “Silence”

 

 

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